Allarme incendi: tra siccità e temperature record, a rischio migliaia di ettari di bosco

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Come dimostra la situazione della Capitale, di recente accerchiata dalle fiamme, quest’anno il periodo critico per i boschi italiani è cominciato già a giugno. È necessario mettere in pratica adeguate strategie di prevenzione, al fine di non mandare in fumo ettari ed ettari di copertura arborea, subendo anche danni sociali ed economici incalcolabili. 

La prima causa dell’emergenza è il riscaldamento globale, confermato drammaticamente dalla tragedia del ghiacciaio della Marmolada. I dati pubblicati a maggio dal Copernicus Climate Change Service (www.copernicus.eu/it) sono chiari: gli ultimi sette anni sono stati i più caldi mai registrati sul nostro pianeta e per l’Europa quella del 2021 è stata l’estate più torrida di sempre. Inoltre, l’analisi preliminare delle misurazioni satellitari ha confermato che le concentrazioni di gas serra nell’atmosfera hanno continuato ad aumentare nel corso del 2021, con i livelli di anidride carbonica (CO2) che raggiungono un record globale annuale medio di colonna di circa 414 ppm, e il metano (CH4) raggiunge un record annuale di circa 1876 ppb. Le conseguenze drammatiche erano prevedibili: record europeo di temperatura (48,8° in Sicilia nell’agosto 2021) e incendi intensi e prolungati, favoriti dalla siccità, in particolare nel Mediterraneo orientale e centrale, con la Turchia tra i Paesi più colpiti, oltre a Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Albania, Macedonia del Nord, Algeria e Tunisia. I fenomeni estremi non avvengono più solo in luglio e agosto, ma ormai da giugno a ottobre.

Gli incendi hanno colpito l’Italia con danni drammatici soprattutto nel 2017 e nel 2021: più di 140mila ettari bruciati nel 2017 (in 781 incendi) e più di 150mila lo scorso anno (in 659 incendi) – fonte EFFIS www.effis.jrc.ec.europa.eu. Per la stagione 2022, viste le attuali temperature, la siccità e le previsioni per luglio e agosto, si teme il peggio: le statistiche degli incendi in Italia nel mese di giugno 2022 sono già più alte di quelle del giugno 2021.

PEFC Italia ribadisce che la prevenzione è la prima arma per salvare il patrimonio boschivo e limitare esborsi economici molto maggiori. È stato calcolato, infatti, che spegnere un incendio costa fino a 8 volte più che prevenirlo. Eppure nel nostro Paese la gestione attiva e il monitoraggio del patrimonio forestale, da sempre sostenuti dal PEFC come strategie fondamentali (responsabilità tanto dell’amministrazione pubblica quanto dei proprietari privati), sono finanziate e messe in pratica ancora in modo insufficiente.

Tra le azioni necessarie a prevenire gli incendi (condizione per ottenere la certificazione di Gestione Sostenibile delle foreste nelle aree soggette a rischio incendio), è necessaria la programmazione nel taglio degli alberi (che facilita la crescita degli alberi più giovani e riduce quelli malati e secchi, molto più a rischio d’incendio) e la pulizia del sottobosco nelle aree a maggior rischio. Vanno tenuti sotto controllo e smaltiti adeguatamente anche i rifiuti abbandonati in prossimità delle aree boschive urbane e periurbane, molto pericolosi per la salute nel caso in cui prendessero fuoco. Fondamentale è poi la creazione di punti d’acqua e la presenza di una viabilità forestale che permetta ai vigili del fuoco interventi rapidi e con attrezzatura adeguata in caso d’incendio. L’efficacia delle misure di prevenzione è dimostrata dal minor impatto degli incendi nelle aree certificate e soggette a gestione attiva.

singoli cittadini dovrebbero poi essere coinvolti attraverso adeguate campagne di sensibilizzazione che spieghino il legame tra benessere e difesa delle foreste: i boschi non soltanto tutelano l’equilibrio idrogeologico e producono ossigeno, ma immagazzinano grandi quantità di CO2 mitigando il surriscaldamento atmosferico; allo stesso modo, però, la rilasciano nel momento in cui vanno a fuoco. Bisogna, dunque, avere bene a mente le norme basilari di sicurezza per evitare incendi di natura colposa. È sempre vietato, ad esempio, accendere fuochi al di fuori delle aree predisposte, e bisogna evitare di farlo in ogni caso se il vento è forte, perché braci e scintille potrebbero sollevarsi e dare fuoco alla vegetazione, non fumare e non usare fiammiferi, riportando sempre tutto a casa e smaltendo correttamente ogni rifiuto. In caso di incendio, bisogna immediatamente chiamare i Vigili del Fuoco (115) – o le autorità preposte a livello locale – e allontanarsi in fretta.

Foto Autori EcoDelleForeste Tavola disegno 1 1 Allarme incendi: tra siccità e temperature record, a rischio migliaia di ettari di bosco
Antonio Brunori

Dottore Forestale e Giornalista pubblicista. È il Segretario generale del PEFC Italia e Direttore responsabile di Eco delle Foreste.

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Antonio Brunori

Dottore Forestale e Giornalista pubblicista. È il Segretario generale del PEFC Italia e Direttore responsabile di Eco delle Foreste.

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