Celebrare il Natale sensibilizzando al tempo stesso sui vantaggi della gestione forestale sostenibile. La Regione Friuli Venezia Giulia ha donato l’albero che quest’anno ornerà la piazza antistante la storica Basilica. La regione Friuli Venezia Giulia è proprietaria di circa 10.000 ettari di foresta certificata secondo i rigorosi standard del PEFC per la gestione forestale sostenibile.
Udine, 17 Dicembre 2012 – Ha un sapore ancora più specialel’albero che ornerà quest’anno la piazza antistante la storica Basilica di San Francesco ad Assisi. Non sarà solo un simbolo del Natale, ma anche dell’impegno di quanti cercano di gestire in modo responsabile e lungimirante il nostro prezioso patrimonio boschivo.
L’albero di 13 metri, che è stato illuminato da 13mila lampadine è stato inaugurato da monsignor Vincenzo Paglia, dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, dai rappresentanti della regione Friuli Venezia Giulia insieme alla comunità del Sacro convento di Assisi.
L’abete rosso proviene, in particolare, dalla Foresta regionale di Fusine, in provincia di Udine, situata in prossimità dei confini con Austria e Slovenia, sito di importanza comunitaria della Rete Natura 2000, certificata PEFC dal 2004 e gestita a fini produttivi, naturalistici e turistico-ricreativi. Il Friuli Venezia Giulia, dopo il Trentino Alto Adige è al secondo posto per superficie certificata, oggi circa 81.000 ettari, e contribuisce positivamente, insieme a molte altre regioni d’Italia per un totale nazionale di oltre 700.000 ettari di boschi certificati Pefc, all’immissione sul mercato di legname a sua volta certificato Pefc.
“Puntare sulla certificazione forestale – ha commentato l’assessore regionale alle risorse rurali, agroalimentari e forestale Fvg Claudio Violino – significa sostanzialmente puntare su tre obiettivi: valorizzare una risorsa, il legno, rinnovabile per eccellenza, offrire occasioni lavorative per le comunità locali, assicurare un territorio in sicurezza, perché una foresta ben gestita aiuta ad abbattere i rischi di dissesto idrogeologico dovuti all’abbandono”.
