Torna anche quest’anno il Festival Cinematografico delle Foreste a Bergamo arrivato alla sua settima edizione e anche quest’anno patrocinato da PEFC Italia. Per chi non lo conoscesse, si tratta di un concorso cinematografico internazionale a tema, organizzato da Associazione Montagna Italia che desidera sensibilizzare il pubblico sul valore che rivestono le foreste del mondo per la vita umana, oltre che promuovere la conoscenza delle esperienze culturali e non che le foreste sono in grado di offrire, avvalendosi del punto di vista di registi provenienti da tutto il mondo. Il festival si svolgerà tra il 12 e il 16 novembre e anche quest’anno è stato inserito in un programma di iniziative dedicate alla promozione dell’ambiente delle foreste denominato “Settimana delle Foreste“.
Le sezioni del concorso saranno: “Foreste del mondo” (foreste tropicali, mediterranee, temperate e boreali), “Foreste Urbane” (alberi e foreste localizzate dentro e attorno agli ecosistemi delle comunità urbane), “Foreste Alimentari” (risorse agroalimentari presenti nelle foreste del pianeta, utilizzate dall’uomo, o risorse di vita per l’ambiente animale).
Gli argomenti invece spazieranno dagli abitanti delle foreste, ai suoni delle foreste, passando per letteratura, mitologia e religione fino ad arrivare al racconto delle aree protette.
Ogni edizione veniamo a conoscenza di opere di grande valore e nell’attesa dell’inizio del festival vi invitiamo a guardare il film vincitore della scorsa edizione: “Il Seme del Futuro” di Francesca Frigo. Fin dal titolo il film racconta di un ricercatore che pensa ad un futuro possibile di armonia tra umanità e natura; il solo modo per andare avanti, verso una nuova abitabilità della Terra. Il film unisce la profondità umana e la bellezza dei paesaggi al rigore scientifico, che si esprime con le interviste realizzate direttamente sul luogo e con le lezioni universitarie tenute dal protagonista che cerca in questo modo di trasmettere ai giovani il suo amore per il territorio e la passione per la ricerca e per la tecnologia non usata per distruggere, bensì ripensata come strumento prezioso per comprendere la natura e averne cura. “Il seme del futuro” trasmette speranza, una speranza che va alimentata con la conoscenza e la sensibilità, affinché tutti noi possiamo guardare ad un futuro migliore.