Oggi vogliamo parlare dell’albero di Natale e ripercorrere la storia di una tradizione che è veramente antica, probabilmente millenaria che si pensa sia nata in ambito pagano.
I Druidi, i sacerdoti Celti, ammiravano la capacità degli abeti di rimanere sempre verdi in tutte le stagioni, facendone così un simbolo di vita onorandolo in varie cerimonie. I Vichinghi invece nelle settimane precedenti e successive ai giorni con la notte più lunga (una settimana di oscurità) officiavano dei riti per auspicare il ritorno del sole e credevano che l’abete rosso possedesse poteri magici, sempre per la sua capacità di non perdere mai le foglie ad ogni stagione. Alberi di questa specie venivano quindi tagliati e portati in casa, decorati con frutti per ricordare la fertilità che la primavera avrebbe donato. L’uso di alberi sempreverdi e di ghirlande come simbolo della vita eterna era comune anche degli antichi popoli della Cina e di Israele. Il culto degli alberi era comune tra gli europei pagani e riuscì a sopravvivere alla loro conversione al cristianesimo.
Anche i Romani alle calende di gennaio (il primo giorno di quel mese), usavano regalarsi un rametto di una pianta sempreverde come augurio di buona fortuna.
Con l’avvento del Cristianesimo l’uso dell’albero di Natale si affermò anche nelle tradizioni cristiane. La Chiesa delle origini però ne vietò l’uso sostituendolo con l’agrifoglio, per simboleggiare con le spine la corona di Cristo e con le bacche le gocce di sangue che escono dal capo. In seguito invece l’abete fu associato alla figura di Cristo, come simbolo di immortalità e della Trinità (data la forma triangolare).
Nella Bibbia inoltre la simbologia dell’albero è spesso presente e con più significati, a cominciare dall’Albero della vita: l’albero cosmico o appunto, albero della vita, è stato anche associato alla figura salvifica di Cristo e alla croce. Secondo una leggenda, il suo legno sarebbe stato ricavato proprio da un ramoscello dell’Albero della Vita del Paradiso terrestre che l’arcangelo Gabriele avrebbe donato a Set per portare conforto al padre Adamo moribondo.
L’uso moderno dell’albero nasce invece, secondo alcune fonti, a Tallinn, in Estonia. Nel 1441 fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio (Raekoja Plats) attorno al quale giovani scapoli, uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell’anima gemella. Altre fonti attribuiscono alla città di Riga, in Lettonia, la sede del primo albero di Natale della storia (ancora oggi è presente una targa scritta in otto lingue, secondo cui il primo “albero di Capodanno” fu addobbato nella città nel 1510).
Tuttavia, il primo albero legato al Natale, così come lo conosciamo oggi, fu introdotto in Germania nel 1611 dalla Duchessa di Brieg che, secondo la leggenda, aveva già fatto adornare il suo castello per festeggiare il Natale, quando si accorse che un angolodi una delle sale era rimastocompletamente vuoto.
Per questo fece trapiantare in un vaso un abete del giardino e lo sistemò nella stanza.
La tradizione dell’albero natalizio era forte nell’Europa di lingua tedesca ed era vista invece con diffidenza dall’Europa cattolica che lo relegava ad un rito protestante.
Furono soprattuttoi prussiani, i “predecessori” degli odierni tedeschi, a contribuire alla suadiffusione anche all’interno dei Paesi non coinvolti dalla riforma di Lutero.
Con il tempo il rito dell’albero arrivò però a toccare tutta Europa. In Francia ad esempio il primo albero di Natale fu addobbato nel 1840 dalla duchessa d’Orleans. In Italia, la regina Margherita fu la prima ad addobbare un albero di Natale nella seconda metà dell’Ottocento al Quirinale, e da lei la moda si diffuse velocemente in tutto il Paese. Nel dopoguerra gli alberi di Natale hanno conquistato intere generazioni fino a diventare uno dei simboli per eccellenza delle festività natalizie.
Grazie alla Regina Vittoria, nell’Inghilterra del 1846, celebrare il Natale portando doni attorno a un abete è divenuta un’usanza mondiale. La regina e il marito Alberto furono ritratti nell’Illustrated London News in piedi con i loro figli, intorno a un albero di Natale, al Castello di Windsor. L’albero vittoriano era decorato con giocattoli e piccoli doni, candele, caramelle e torte fantasiose appese ai rami con nastri e fili. Dopo che la regina Vittoria, molto amata dal popolo, iniziò a celebrare il Natale con gli abeti addobbati e i regali tutti attorno, i laici ne seguirono l’esempio.
Oggi sappiamo quindi che sia la tradizione pagana che quella religiosa hanno riconosciuto all’albero di Natale un’aura “magica”, spesso simbolo di vita, di eternità ed esempio vivo di resilienza.
Oggi avere un piccolo “rappresentante” delle nostre foreste dentro casa, oltre ad abbellirla, può servire a riavvicinarci alla sfera naturale, educando alla sostenibilità ed offrendoci un pezzo di storia affascinante.