Più della metà della popolazione mondiale (e in Italia il 72% della popolazione nazionale) vive in una grande città e si stima che, entro il 2050, il 70% degli abitanti della Terra sarà concentrato nelle aree urbane[1]. Di conseguenza, le città consumano il 78% dell’energia mondiale e producono oltre il 60% delle emissioni di gas serra, contribuendo in maniera determinante al cambiamento climatico[2]. Questi dati indicano in maniera evidente come gli alberi in città e le foreste urbane siano al giorno d’oggi i più preziosi alleati nella lotta all’emergenza climatica: basti pensare che un ettaro di foresta assorbe fino a 30 kg di PM10, che una singola pianta situata in città assorbe tra i 10 e i 20 kg di CO2 l’anno e che la presenza degli alberi può ridurre la temperatura ambientale di una media di 3,5°. Mantenere in salute e incrementare il verde urbano e le cosiddette “green infrastructure” è dunque sempre più urgente e necessario.
Per questo, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi (21 novembre), PEFC Italia, ente promotore della corretta e sostenibile gestione del patrimonio forestale, presenta il nuovo standard per la certificazione della Gestione Sostenibile del Verde Urbano.
La certificazione del PEFC ha come obiettivo principale assicurare la regolare fornitura da parte del Verde Urbano dei Servizi Ecosistemici, ovvero benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano, a partire dalla capacità di assorbire CO2. L’aumento del verde cittadino può, tra le altre cose, avere un impatto anche sul mercato immobiliare, maggiorando il prezzo delle proprietà fino al 20% del loro valore, nonché svolgere un importante ruolo di regolazione del rischio idraulico: maggiore è la densità di piante e minore è il rischio di erosione del suolo e di conseguenti esondazioni. Infine, ci sono i vantaggi sociali e aggregativi: il numero degli spazi verdi e all’aria aperta a disposizione dei cittadini è direttamente proporzionale alla possibilità di creare interazione, condivisione e occasione per dedicarsi alle attività sportive, migliorando il benessere sia fisico che mentale della comunità.
Il nuovo standard, è uno strumento in grado di dare garanzia sulla gestione sostenibile del Verde Urbano, e si applica alle alberature lineari o diffuse lungo strade di quartiere e di transito, ai parchi e giardini pubblici e privati, alle foreste urbane[3], che diventano hub di servizi “green” a favore della cittadinanza. Lo standard, in attesa della sua approvazione a livello internazionale, è stato già applicato in Italia a due realtà di grande rilievo: il Parco Nord di Milano e il Comune di Torino.
Alla base della certificazione, lo standard individua in particolare 6 criteri-chiave.
1) Il mantenimento e il miglioramento del verde urbano mediante variazioni di superficie e censimento del verde e del bilancio arboreo, implementando buone pratiche per contribuire positivamente al ciclo globale del carbonio.
2) Il mantenimento della salute e della vitalità degli ecosistemi attraverso il monitoraggio, gli interventi di potatura, la difesa fitosanitaria, la fertilizzazione, l’impianto e la messa a dimora.
3) Il mantenimento e lo sviluppo delle funzioni produttive nella gestione delle aree verdi attraverso un piano di cura, di gestione e di regolamentazione del verde.
4) Il mantenimento, la conservazione e un appropriato miglioramento della diversità biologica, attraverso la preservazione di aree e specie animali o vegetali a rischio, di aree destinate alla biodiversità e di alberi monumentali e appartenenti a specie rare, mediante l’implementazione di pratiche di prevenzione, mitigazione e compensazione nella costruzione e gestione di infrastrutture in ecosistemi rari, sensibili o rappresentativi.
5) Il mantenimento e il miglioramento delle funzioni protettive della gestione attraverso la copertura arborea, l’inventario, la mappatura, la pianificazione di suoli sensibili e di aree con funzioni protettive specifiche dirette nonché l’impermeabilizzazione e regimazione delle acque meteoriche e la stima del fabbisogno irriguo.
6) Il mantenimento delle altre funzioni e delle condizioni socio-economiche tramite la comunicazione e l’invito alla partecipazione pubblica, il monitoraggio del rischio connesso alla presenza di alberi, la gestione assicurativa di eventuali danni o controversie e l’analisi di problematiche relative a pollini e allergeni, oltre alla valutazione dell’inquinamento acustico e alla supervisione dell’indice di specializzazione del personale impiegato nel settore verde.
Per approfondire: https://pefc.it/cosa-facciamo/il-verde-urbano/verde-urbano
In Italia lo standard per la Gestione Sostenibile del Verde Urbano è stato definito da uno specifico gruppo di lavoro di esperti che, insieme al PEFC Italia, hanno definito cosa significa gestire in modo sostenibile la componente arborea del verde in ambito urbano. Hanno partecipato al Gruppo di Lavoro per la definizioni dello standard: Autorità nazionali (Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Comitato Verde Pubblico Ministero Ambiente); Autorità locali (Regioni Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Sardegna-Agenzia Forestas, Provincia Autonoma di Trento, Comune Torino, Comune Genova); Organizzazioni di categoria (Società Italiana Arboricoltura, Assofloro, BioAgricert, Coldiretti, Federforeste, DREAM, CSI, CSQA, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali, AUSF); Associazioni ambientaliste (Legambiente, LIPU) Ricerca scientifica (CNR, CREA, Università Firenze, Università Perugia, SISEF).
[1]Fonte: https://www.who.int/initiatives/urban-governance-for-health-and-well-being
[2] Fonte: https://www.un.org/en/climatechange/climate-solutions/cities-pollution
[3] Con foreste urbane si intendono territori con copertura arborea superiore al 10%, su un’estensione maggiore di 0,5 ettari e composta da alberi di almeno 5 metri di altezza