Cosa ci fa un’opera d’arte italiana, realizzata con legno certificato PEFC nel padiglione cileno di Expo 2020 a Dubai?
Andiamo per gradi: intanto per chi se lo stesse chiedendo, l’esposizione universale 2020 di Dubai è stata posticipata di un anno per le note problematiche legate alla pandemia da COVID19 ed è in corso dal 1 ottobre 2021 fino al 31 marzo 2022.
Abbiamo avuto l’onore di poter parlare direttamente con Margerita Michelazzo, l’artista che ha ideato e realizzato questo progetto artistico, che ci ha raccontato la sua genesi e come l’opera di una artista italiana sia finita nel padiglione cileno dell’esposizione universale.
Il progetto “PigafettaPinguinos” fu originariamente pensato nel 2019 per celebrare il quinto centenario del primo viaggio intorno al mondo del suo cronista vicentino, Antonio Pigafetta. L’idea era quella di realizzare delle sagome di pinguini di Magellano, gli stessi descritti per la prima volta da Pigafetta nella sua Relazione e incontrati dall’artista nell’Isla Magdalena, nello Stretto di Magellano, il punto “chiave” della epocale impresa, gli stessi avvistati proprio in Cile da Pigafetta, da piazzare in punti strategici della città di Vicenza. Il progetto fu proposto al vicepresidente della biblioteca La Vigna di Vicenza, Giustino Mezzalira, Direttore inoltre della Sezione Ricerca e Gestioni Agro-forestali di “Veneto Agricoltura” che rilanciò proponendo di realizzarli con pannelli X-LAM con il legno di abete rosso delle piante abbattute dalla tempesta Vaia in Veneto e inserite nella Filiera Solidale PEFC. L’opera acquisì quindi un nuovo importante aspetto, veicolando l’importanza del recupero e della filiera del legno per un futuro sostenibile delle foreste e di conseguenza del pianeta.
Margherita Michelazzo ci ha parlato di come la caratteristica più importante della sua opera sia l’identità, perchè “solo ciò che si conosce si può davvero amare e proteggere”. I suoi non sono pinguini stereotipati qualsiasi. Ci parlano di una storia precisa, del viaggio per eccellenza, della ricerca e della scoperta, evocano la resilienza e la capacità di adattamento ad ambienti ostili. Il materiale stesso di cui sono fatti, il legno certificato PEFC a sua volta, ha un’identità forte, racconta molto di sé e della sua filiera. La storia di quest’opera ha davvero molti punti in comune con quella del navigatore vicentino, partito dal Veneto ed arrivato al mondo intero. Una vicenda fatta di reti, di persone che collaborano e menti che si uniscono.
Un insieme di professionisti ed imprenditori infatti ha reso possibile realizzare in tempi strettissimi l’opera e donato servizi e materiali per dimostrare la generosità del territorio veneto”. Margherita tiene a ricordarci come da sola non avrebbe mai potuto realizzare niente del genere.
E così il Consorzio Legno Veneto ha fornito gratuitamente i pannelli X-LAM; lCAGroup ha donato le vernici bio ravvisando la possibilità di testarle in un ambiente climatico estremo; la ditta Askoll ha provveduto all’imballaggio e al trasporto aereo fino a Dubai. La ditta ZordanGroup, presente a Dubai, si è resa disponibile ad installare l’opera, Boccaccio 432 s.r.l.s. ha curato l’organizzazione e PEFC Italia ha dato patrocinio e sostegno economico.
L’opera è stata richiesta direttamente dall’Agenzia Governativa Pro Chile, a conoscenza delle lusinghiere reazioni social, al progetto. L’opera ha avuto infatti grande risonanza in rete, con il centro storico di Vicenza pieno di pinguini, in una rappresentazione virtuale dell’installazione alla sedicesima Giornata del Contemporaneo, a cura della Biblioteca Internazionale “La Vigna” di Vicenza.
Entrando nel padiglione cileno sarete accolti dai 38 pinguini Spheniscus magellanicus, bianchi e neri, con linee pettorali e “C” bianca nel capo. Sono 38 come i giorni dal primo avvistamento dallo stretto patagonico, come i gradi di distanza dello Stretto dal Polo Sud. Posti davanti ad un padiglione semplice, sobrio, sostenibile e rosso come le basi antartiche, ricordano l’impegno cileno ed internazionale nel monitorare il clima e migliorare il futuro del pianeta.
L’opera è stata scelta inoltre perché incarna una serie di valori che si sposano perfettamente con lo spirito di Expo 2020, cioé “connecting minds, creating the future”.
Ancora una volta siamo felici di trovarci davanti ad un progetto in cui il legno della Filiera solidale PEFC torna a nuova vita e non possiamo che pensare che anche da avvenimenti tragici come questo si possa trovare lo stimolo alla rinascita, alla cooperazione e ad un cambiamento vero e sostenibile nel tempo.
Ma il compito dei Pinguini di Margherita Michelazzo non si esaurisce con Expo ma anzi, come ci conferma l’artista stessa, sono in discussione nuovi progetti e destinazioni per il futuro e appena avremo novità vi aggiorneremo sui prossimi viaggi dei “pinguini italiani”.