Il PEFC Italia è tra le 21 organizzazioni del settore forestale italiano firmatarie della lettera rivolta ai Ministri Bellanova e Franceschini, al Governatore delle Toscana Giani e agli Assessori regionali competenti per esprimere la contrarietà rispetto ad un parere della Sovrintendenza di Siena, Grosseto e Arezzo. Tale parere di fatto blocca la gestione a ceduo dei castagneti del Monte Amiata, provocando ripercussioni importanti dal punto di vista ecologico, culturale, sociale ed economico.
Entrando nel merito, le sigle firmatarie della lettera, giudicano il parere della sovrintendenza come “scorretto nel metodo adottato per esprimerlo, errato nel merito, in quanto non tiene in dovuta considerazione le caratteristiche culturali, ecologiche e socioeconomiche locali, e dannoso nelle conseguenze interpretative e applicative”.
In particolare, si evidenzia che il metodo adottato per l’espressione del parere si è basato sulla trascrizione letterale di parte di una nota di una locale associazione ambientalista, senza il coinvolgimento e il parere di esperti.
Secondo i firmatari, inoltre, il parere della Sovrintendenza è contrario a quanto definito ormai venti anni fa dalla Convenzione Europea sul Paesaggio, dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e anche dal Piano paesaggistico della Regione Toscana, che annovera tra le sue prescrizioni proprio quella di promuovere “un equilibrato e sostenibile utilizzo dei sistemi forestali, con particolare riferimento ai castagneti per paleria dei versanti meridionali e orientali del Monte Amiata e alle utilizzazioni dei querceti collinari”.
Inoltre si ritiene che il parere della Sovrintendenza è in grado di dare un duro colpo non solo alla gestione dei boschi di castagno dell’area ma anche, indirettamente, ad un altro paesaggio locale storico, cioè quello delle colline vitate, caratterizzate proprio da quei pali di castagno provenienti dalla montagna toscana. Elementi paesaggistici che tutte le normative europee, nazionali e locali vigenti tutelano e vogliono conservare.
Il blocco del ceduo rischia così di innescare processi evolutivi che porterebbero in tempi brevi alla perdita del paesaggio rurale tradizionale dell’area in esame e, proprio in un grave momento di crisi economica a seguito dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, di mettere a rischio centinaia di posti di lavoro in aree già di per sé marginali e svantaggiate.
La lettera, oltre che dal PEFC Italia, è stata firmata da:
- SISEF – Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale
- UNCEM – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani
- CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia
- CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – Centro di ricerca Foreste e Legno
- CNR – Centro Nazionale delle Ricerche – Istituto per la BioEconomia
- CONAF – Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali
- FEDAFT – Federazione regionale toscana degli Ordini provinciali dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali
- Fondazione Symbola
- Pro Silva Italia
- Foresta Modello delle Montagne Fiorentine
- Mediterranean Model Forest Network
- Comitato Alberitalia
- Alleanza delle Cooperative Italiane – Agroalimentare
- AIEL – Associazione Italiana Energie Agroforestali
- CIA – Agricoltori Italiani
- Federforeste – Federazione Italiana delle Comunità Forestali
- Confagricoltura – Confederazione Generale dell’Agricoltura
- CONAIBO – Coordinamento Nazionale delle Imprese Boschive
- Compagnia delle Foreste
- DREAm Italia
E’ possibile leggere la lettera integrale dal sito della SISEF, a questo indirizzo