Il legame indissolubile tra boschi e musica

Tramite questa rubrica “Natura e Cultura” più volte abbiamo trattato notizie ispirate dal legame tra questi due mondi. Oggi nello specifico torniamo ad affrontare il tema del rapporto tra la musica e il bosco, ispirati dall’intervento alla fiera delle dolomiti di Longarone nello scorso settembre di Francesca Gallo, musicista fisarmonicista, nonché colei che ha riportato in vita lo storico marchio produttore di fisarmoniche Galliano & Ploner. 

Nonostante il progresso tecnologico e l’impatto dell’informatica nei suoni della musica contemporanea, il legno continua a rivestire una grande importanza per molti degli strumenti musicali “tradizionali” che sono largamente usati attualmente in tutti i generi, dalla classica al folk fino al pop internazionale.
Di questo e non solo ha parlato la musicista trevigiana, portando ad esempio le sue fisarmoniche. 

Nella storia dello strumento, le prime fisarmoniche vengono infatti costruite in legno, poi dal 1926 cominciano ad essere rivestite con materiale plastico, la celluloide e il tipo di legno usato comincia a contare sempre meno, a discapito della qualità, fino ad arrivare al compensato usato oggi da alcuni marchi.
Questo ha fatto si che si perdesse un insieme di saperi artigianali, la cosiddetta “intelligenza delle mani” che sa individuare le caratteristiche migliori di ogni pianta per arrivare al miglior strumento possibile.

I famosi “boschi di risonanza” in realtà, dice Francesca, non sono casi isolati: ogni albero ha delle vibrazioni, ogni bosco suona, il bosco suona per definizione. Che poi suoni da violino, viola o fisarmonica dipende dalle caratteristiche date dal sole, dal territorio, dal terreno e dalla vita stessa della pianta. Se un albero vive 80-100 anni in un territorio e poi diventa uno strumento musicale si porta dentro la “memoria” di quel territorio. 

Ogni albero quindi ha una voce, molti strumenti musicali hanno al loro interno diversi legni con differenti attitudini. Il legno di abete di risonanza, ad esempio, è eccellente per i violini e non solo mentre non è indicato per le fisarmoniche. Nel caso degli strumenti di Francesca Gallo le casse armoniche sono realizzate con alberi da frutto, come il pero, ma se fossero tutte in pero non starebbero in piedi, per questo gli angoli sono in noce. Questo accade per molti altri strumenti musicali, dai bassi alle chitarre, dalle batterie al piano forte, nei quali troviamo diversi legni tra tavola armonica, tastiera, manico, fusti e così via. C’è bisogno della comunità di legni per costruire uno strumento musicale esattamente come in un bosco, dove un albero ha spesso bisogno di vivere in comunità insieme ad altre piante per vivere in simbiosi.  

Anche l’essiccazione naturale del legno secondo Francesca Gallo ha un valore inestimabile, spesso servono decenni, ma quegli anni poi si sentono sullo strumento, diventano qualcosa che continua a vivere. 

Ovviamente si può realizzare uno strumento anche in altri materiali e suonerà: lo stesso esempio lampante è il flauto che tutti abbiamo suonato a scuola, ma non è un’opera, non è eterno. Prendere un territorio ed esportarlo in musica attraverso uno strumento è qualcosa di magico, che deve continuare a vivere, proprio come il legno dello strumento continua a “vivere”, a “respirare”, a modificarsi.
In quest’ottica diventa fondamentale poter disporre di strumenti realizzati con legno certificato PEFC. Dopo il progetto pilota   realizzato dall’azienda dei Fratelli Leita di Paularo (Ud) di un clavicembalo interamente costruito con legno italiano certificato, altri produttori di strumenti hanno deciso di certificarsi, come la Manne guitar di Schio (Vi) che ha prodotto un modello di chitarra elettrica realizzata in castagno certificato delle piccole dolomiti. Altro esempio virtuoso è quello di Ciresa, eccellenza della Val di Fiemme che realizza tavole armoniche per clavicembali, spinette, fortepiano e altri strumenti in abete rosso di risonanza certificato PEFC. 

Sapere di poter suonare uno strumento che porta con sé la memoria di un territorio, decenni di storia oltre che un suo suono caratteristico è importante.  Se a tutto ciò si aggiunge anche il valore della sostenibilità, ecco che abbiamo un oggetto incredibile, che oltre a produrre suono, generare arte, è portatore di valori e di una storia unica.

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Alessio Mingoli

Laureato in Comunicazione di Massa, collabora con Eco delle Foreste dal 2019.

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Alessio Mingoli

Laureato in Comunicazione di Massa, collabora con Eco delle Foreste dal 2019.

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