Restare fedeli alla tradizione del Natale scegliendo un albero vero è un comportamento ambientalmente più sostenibile rispetto all’acquisto di uno in plastica. A dircelo sono diversi studi, tra i quali uno studio LCA effettuato dalla società di consulenza ambientale PE Americas, che consiste in una comparazione di valutazioni d’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita delle due tipologie di albero (https://8nht63gnxqz2c2hp22a6qjv6-wpengine.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/2016/08/ACTA-Christmas-Tree-LCA-Final-Report-November-2010.pdf).
Volendo analizzare ad esempio le emissioni di gas serra, la scelta di un albero in plastica comporta un quantitativo di emissioni di CO2 pari a 4 volte quelle di un albero vero, anche ipotizzandone il peggiore dei possibili scenari di smaltimento. Ad incidere maggiormente su tutti i vari parametri ambientali è il fattore trasporto, che mette ancora in luce l’importanza degli acquisti a chilometro zero.
Nella scelta dell’abete che in casa respira, assorbe anidride carbonica e rilascia ossigeno, e olii essenziali che purificano e aromatizzano la stanza, possiamo indirizzarci verso un acquisto sempre più sostenibile andandolo a ricercare all’interno del nostro territorio nazionale, nelle diverse piantagioni specializzate, dando sostegno e creando occupazione nei nostri territori montani.
Ed è proprio il sostegno alle popolazioni colpite dalla straordinaria ondata di maltempo del mese di ottobre nel nord-est che può essere quest’anno la chiave di volta nella nostra scelta natalizia. Alcuni attori della Grande Distribuzione Organizzata e del settore privato, infatti, hanno accettato l’idea di vendere punte delle piante abbattute come alberi di Natale e con parte degli utili acquistare piantine per i rimboschimenti nei boschi distrutti.
Attingendo quindi da queste foreste, tutte certificate PEFC, si realizza al tempo stesso un gesto di solidarietà e di sostenibilità ambientale.