La Soc. Coop. “La Foresta” di Susa (To), certificata PEFC, ha sviluppato un innovativo metodo di uso delle biomasse legnose, utilizzando in caldaie domestiche a pellet, adeguatamente modificate, del cippato di piccole dimensioni, chiamato appunto “cippatino”.
Il progetto di ricerca “Alterpellet”, finanziato dalla Regione Piemonte, è stato sviluppato per lo studio della filiera di un combustibile locale e sostenibile alternativo al pellet: il capofila è appunto “La Foresta”, mentre gli altri soggetti coinvolti nel progetto sono la Rossetto Legnami, la Herz Italia e il Dipartimento Energia, Gruppo di Ricerca e Analisi Energia Sostenibile del Politecnico di Torino. Il punto di partenza del progetto è stato la constatazione che una delle più valide alternative al riscaldamento a gas e gasolio è costituita oggi dalle biomasse, di cui si utilizzano prevalentemente due formati: il cippato di legna per gli impianti tecnici di grandi dimensioni e tronchetti o pellet per quelli domestici di piccola dimensione. Il pellet ha un valore commerciale molto alto in questo momento, perché è comodo, facilmente codificabile e controllabile e di immediata reperibilità, mentre il cippato ha dei problemi legati alla sua movimentazione, allo stoccaggio e al rapido deprezzamento, se non adeguatamente gestito ed essiccato. La realtà è che nell’arco alpino c’è buona possibilità di produrre cippato, mentre è bassissima la capacità di produzione del pellet, che poi non sarebbe economicamente competitivo rispetto a quello che arriva dall’estero (oltre il 90 per cento del pellet utilizzato in Italia arriva dall’estero).
Pertanto, per dare un valore aggiunto ai boschi cedui del Piemonte e alle tante trascurate biomasse legnose, si è pensato di mettere a punto un processo di lavorazione del cippato delle valli piemontesi per adattarlo alle attuali stufe a pellet, creando un cippato di legno dalle misure indicative di 1-2 cm. Nell’ambito del progetto sono quindi anche stati studiati e realizzati un essiccatore ad energia solare per la produzione sostenibile di combustibili legnosi di quantità e una caldaia dedicata ad alta efficienza e basse emissioni. L’essiccatore, realizzato a Luserna San Giovanni (CN) dalla Legnami Rossetto, si compone di due vani di stoccaggio indipendenti, di dimensioni utili al carico e scarico dei mezzi forestali, di un vano tecnico per le attività di manutenzione e controllo e di una serra solare, con esposizione ottimizzata del campo solare. La capacità di essiccazione del cippatino è del 10% circa in meno di 10 giorni di essiccagione.
La cooperativa “La Foresta” di Susa, che già oggi fornisce grandi caldaie a cippato della Val Susa, ha poi testato una caldaia capace di bruciare il cippatino con il supporto della HERTZ, produttore di caldaie a biomassa. I ricercatori del Politecnico di Torino prevedono che dalla prima fase, in cui verranno attivate le prime 50 caldaie in un raggio di 30 chilometri dagli impianti di Susa e Luserna, ci siano margini per arrivare a 500-600 caldaie a cippatino. Questa ricerca pratica in sintesi ha sviluppato una tecnica di trasformazione della materia legno, di origine locale e certificata in una forma tale (il cippatino) che riesce ad adattarsi alla combustione in stufa a pellet, dietro adeguati accorgimenti tecnici, combinando la praticità del pellet ai vantaggi ambientali di usare una risorsa legno locale e certificata.
Alla pagina web http://sea.polito.it/ sono illustrati i risultati di Alterpellet. Per maggiori informazioni sull’attività di fornitura di cippatino PEFC http://www.laforestascrl.it/ –http://www.laforestascrl.it/doc/laforesta_calore-legna-valsusa.pdf
Azienda del mese: Il cippatino PEFC de “La Foresta”, alternativa a chilometri zero del pellet
Redazione
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