La guerra in Ucraina e il mercato del legno

Di Francesco Dellagiacoma

A seguito della guerra in Ucraina e delle sanzioni decise da molti Paesi nei confronti di Russia e Bielorussia, anche il mercato del legno potrà certamente subire delle ripercussioni. “Wood Resources International” ha pubblicato il valore delle esportazioni russe (12,3 miliardi di $ nel 2021, di cui circa la metà costituita da segati di conifere), certamente le maggiori dei Paesi interessati dalle sanzioni e dalla guerra (Ucraina): si tratta infatti di un attore importante anche sul mercato del legno, anche se certamente non in una posizione dominante come nel settore energetico. La Cina (maggior importatore mondiale) assorbe circa il 40% dell’export russo, il resto va in Europa; in Italia arriva circa il 2,3% e rappresenta oltre il 70% dell’import dai tre Paesi. Oltre il 50% dell’import russo in Italia è rappresentato da semilavorati per l’arredo, per cui in questo campo l’impatto potrebbe essere significativo.

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La Russia è il Paese con la maggior area forestale al mondo: 8,16 milioni di km2, il 50% della superficie territoriale (FAO, 2009), con un fortissimo orientamento all’esportazione: nel 2009 l’export rappresentava 1/3 del legname tondo, della cellulosa e della carta e 2/3 del segato. La Bielorussia e l’Ucraina hanno una superficie forestale importante ma circa dieci volte inferiore a quella russa e una produzione similmente orientata all’export. Insieme i tre Paesi esportano 55 milioni di m3 di tondo e oltre 18 milioni di m3 di segati (FAO, 2009), in buona parte verso l’Europa.

Il mercato del legno e dei prodotti legnosi in Europa è complessivamente piuttosto equilibrato e quindi è prevedibile che le ripercussioni legate alla guerra e alle sanzioni ci saranno, ma non saranno enormi. Il mercato italiano invece lo è molto meno, con un’altissima dipendenza da importazioni per tondo, segati e cellulosa.

Mentre nel settore della cellulosa le esportazioni totali dei tre Paesi rappresentano solo l’11% del totale delle importazioni europee, per i segati sono quasi le metà e per il tondo oltre l’90%. Si tratta dei valori complessivi: solo una parte, ma significativa come abbiamo visto, delle esportazioni dei tre Paesi va in Europa. Anche considerando che dal 2009 le importazioni di tondo sono diminuite, l’impatto sul settore legno (tondo per le segherie e segati soprattutto per l’edilizia) ci sarà e sarà più significativo per l’Italia, soprattutto per un effetto indiretto.

I tre Paesi rappresentano il 22% delle foreste della terra e il 12,5% della superficie certificata PEFC. 

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