Di Francesco Dellagiacoma, vice presidente PEFC
Quest’anno la giornata cade nel periodo di chiusura per il contenimento del coronavirus per cui l’adesione e le azioni saranno online, ma non meno rilevanti: la questione climatica è più importante che mai e ora diventa essenziale la discussione su come ripartire, affrontando le conseguenze della chiusura globale e della più grande crisi economica del dopoguerra. Imparando da questo tragico avvenimento, che ha messo allo scoperto la fragilità del sistema (sanitario, economico, sociale), che ha creato ricchezza e benessere ma è finalizzato a gestire la situazione ordinaria, trovandosi in grave difficoltà di fronte ad un pericolo straordinario, peraltro annunciato da precedenti epidemie (SARS, aviaria).
Ora si tratta di ripartire e si apre la grande questione del come: mentre i contagi si riducono (lentamente) gli esperti sono al lavoro per salvaguardare la sicurezza e rendere compatibile la graduale ripartenza, per attività, fasce di età, aree geografiche, risultati dei monitoraggi. Saranno necessarie ulteriori risorse importanti per i monitoraggi di chi rientra al lavoro e per le misure di sicurezza, che si aggiungono a quelle necessarie per le esigenze di persone, famiglie e imprese dopo due mesi di chiusura forzata: serviranno ingenti risorse pubbliche e solidarietà. Sarà la più grande crisi economica del dopoguerra e l’Italia è già fortemente indebitata: si dovranno fare delle scelte, la crisi climatica è ancora lì e chiede di introdurre cambiamenti significativi per evitare ripercussioni drammatiche in termini di aumenti di temperatura, cambiamenti di regime delle piogge, livello dei mari, microplastiche negli oceani e nelle catene alimentari. Le crisi sono anche opportunità: per prendere decisioni importanti, c’è un nuovo senso di urgenza e di possibilità. NON SPRECHIAMO IL GRANDE DOLORE che abbiamo vissuto: bisogna finalizzare i sostegni alle attività sostenibili, rafforzare il percorso verso l’economia circolare, ridurre significativamente il sostegno alle attività clima-alteranti, introdurre vincoli (ambientali e sulle retribuzioni) per le attività che beneficeranno dei (necessari) aiuti pubblici; e creare percorsi preferenziali per i contributi di solidarietà alle attività sostenibili e a favore dei più deboli (ampliamento delle deduzioni fiscali). Se non ora quando? PEFC si impegna su questo percorso.