Di Alessio Mingoli
È ormai sempre più chiaro come la concezione antropocentrica dell’uomo in relazione al pianeta debba essere superata.
Nonostante l’impatto dannoso che l’attività umana spesso ha avuto sulla natura, ci stiamo sempre più rendendo conto di come essa abbia sempre trovato il modo di sopravvivere, magari di mutare, adattandosi a nuove condizioni.
Sono ormai celebri, per esempio, le immagini che ci arrivano da Chernobyl che testimoniano come negli anni la vita animale e vegetale abbia ripreso totale possesso dell’area interessata dal tragico incidente nucleare, rendendola oggi un’area ricchissima di biodiversità, dove sembra addirittura che alcune specie abbiano sviluppato delle mutazioni biologiche atte ad evitare i maggiori danni da radiazioni.
Proprio sulla base di queste evidenze, è stato pubblicato il nuovo libro di Jonathan Jimenez in arte “Jonk”, fotografo di “Urbex“, abbreviazione di Urban Exploration: l’esplorazione urbana di ville abbandonate, ex ospedali, fabbriche non più attive, discoteche senza vita, parchi in disuso per documentarne lo stato di desolazione e decadenza.
A metà strada tra natura e cultura, il nuovo lavoro fotografico di Jonk questa volta si tinge di verde, andando oltre e mostrando la rinascita della vita sulle rovine delle costruzioni dell’uomo.
Da un lato, l’interpretazione delle rovine come un fatto sociale e dall’altro, una visione artistica che favorisce un approccio quasi organico. L’uomo costruisce, l’uomo abbandona, ogni volta per le sue ragioni peculiari che alla natura non interessano.
Ma una cosa è certa: quando l’uomo se ne va, torna e riprende tutto. Questa serie racconta anche la storia del progresso della Natura: dall’infiltrazione ai luoghi abbandonati, attraverso il momento in cui cresce al loro interno, al loro collasso, fino alla “sepoltura”, che arriva con la scomparsa di tutte le tracce dell’uomo.
Così, nella sua inesorabile progressione, la natura inizia a infiltrarsi all’interno di un castello croato o di una serra belga, cresce nell’atrio di un palazzo polacco, in una stazione ferroviaria ungherese, in un teatro cubano, prima di invadere una villa italiana.
Il poeta francese Leo Ferré ha dichiarato: “Con il passare del tempo, tutto va al suo posto”. Quindi, quando Natura e Tempo riprendono ciò che l’Uomo ha abbandonato, cosa rimarrà della nostra civiltà?
Oggi il reale tema dell’ecologia moderna non è solo proteggere la natura “in modo fine a sé stesso”, ma proteggerla anche per mantenere le condizioni adatte alla vita dell’Uomo sulla terra. Le buone pratiche di corretta gestione rispettosa dell’ambiente come quelle promosse dalla certificazione PEFC sono quindi attività di fondamentale importanza per integrare armonicamente sfera antropica e naturale, mettendone in funzione l’una dell’altra.
Link al sito di Jonk: https://www.jonk-photography.com/bio/.
Foto: Jonathan Jimenez – Jonk.
“Naturalia”, la natura più forte di ogni cosa ritratta in un libro fotografico
Redazione
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